La legge di bilancio ha ridotto le detrazioni per i lavori di casa per il 2018 dal 65% al 50% per quel che riguarda i più comuni interventi agevolati dall’ecobonus, come la sostituzione delle finestre, il cambio della caldaia con un modello a condensazione non “evoluto”, l’installazione di generatori a biomasse e schermature solari.
Viene quindi naturale chiedersi perché non affidarsi a sgravi fiscali “standard” invece di cercare di inseguire l’ecobonus, che tra l’altro impone anche di rispettare i requisiti prestazionali minimi imposti dalla normativa e di eseguire la pratica con L’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.
In realtà ci sono almeno due buone ragioni per non abbandonare il sistema di detrazioni sul risparmio energetico anche nella forma ridotta al 50%:
- Da un lato l’ecobonus ha un plafond di spesa dedicato, quindi chi fa interventi rilevanti evita di “consumare” i 96mila euro del 50% sulle ristrutturazioni.
- Dall’altro lato l’ecobonus è anche una detrazione Ires, oltre che Irpef, quindi le società di capitali che intervengono sui loro immobili strumentali proseguiranno senza cambiamenti.
Dovranno inoltre prestare particolare prudenza a chi si troverà a svolgere lavori sulle proprie abitazioni verso la fine dell’anno, per non correre il rischio di una mancata proroga; vero è che l’ecobonus esiste ed è sempre stato prorogato dal 2007, ma dopo che abbiamo assistito per la prima volta alla modifica del catalogo degli interventi e vista l’incognita del cambio di legislatura, sarà comunque meglio prestare attenzione. Il mancato rinnovo del 50% edilizio permetterebbe comunque di avere il vecchio 36% che è a regime dell’articolo 16-bis del Tuir, mentre la scadenza dell’ecobonus sarebbe, invece, senza paracadute.
Inoltre è importante ricordare che la detrazione sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici può essere abbinata solo a quella sulle ristrutturazioni, ma non all’ecobonus. Di conseguenza chi volesse, per esempio, cambiare le finestre insieme al cambio di arredi, dovrà tenerne conto.
Altra novità riguardante le detrazioni per i lavori di casa per il 2018 è l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzioni di impianti esistenti, che rientrino nella soglia del 65%. Vengono conservati invece al 65% gli interventi come la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, le coibentazioni di strutture opache verticali e orizzontali, la riqualificazione globale e l’installazione di pannelli solari e di dispositivi per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento.
Anche per quel che riguarda gli interventi su parti comuni non troviamo nessuna modifica rispetto alle detrazioni sui lavori di casa per gli anni precedenti al 2018: 70% nel caso di operazioni che interessino più del 25% della superficie disperdente dell’edificio; 75% se vengono migliorate le prestazioni energetiche invernali estive almeno al pari della quantità media di cui al DM 26 Giugno 2015.